Studio Legale Foschini Pagani

Provvedimenti giudiziari: l’obbligo della Pubblica Amministrazione all’esecuzione

Il principio affermato dalla Cassazione: ordinanza n. 24053/2025

Con l’ordinanza n. 24053 del 28 agosto 2025, la Corte di Cassazione è intervenuta su una questione che da anni alimentava dibattiti e incertezze: la responsabilità della Pubblica Amministrazione nell’esecuzione dei provvedimenti giudiziari di rilascio.

La Suprema Corte ha stabilito che l’Amministrazione è tenuta a garantire l’immediata esecuzione dei provvedimenti giudiziari, senza alcun margine di discrezionalità o possibilità di rinvio, se non nei rarissimi casi in cui vi sia un’assoluta impossibilità di adempiere per forza maggiore.

Il principio, di portata generale, riafferma un cardine dello Stato di diritto: l’obbligo di dare esecuzione alle decisioni giurisdizionali è incondizionato e inderogabile. Qualsiasi ritardo, anche motivato da ragioni organizzative o sociali, può integrare una responsabilità diretta dello Stato.

Il caso concreto: lo sgombero del capannone industriale

Il caso esaminato dalla Corte riguardava uno sgombero immobiliare complesso: un capannone industriale di circa 700 m² occupato abusivamente nel 2013 da una trentina di persone.

provvedimenti giudiziari

Nel 2014 il giudice aveva ordinato il rilascio dell’immobile, ma lo sgombero era stato rinviato per ben dieci volte dall’ufficiale giudiziario, con motivazioni legate all’assenza dei servizi sociali, alla presenza di minori e disabili e a presunti rischi per l’ordine pubblico. Solo nel 2018, dopo cinque anni di rinvii, l’immobile è stato effettivamente restituito alla proprietaria, che aveva subito un ingente danno economico.

I giudici di merito avevano condannato il Ministero dell’Interno al risarcimento di 183.383,51 €, calcolato tenendo conto della durata della procedura, della destinazione d’uso e della perdita di redditività dell’immobile. La Cassazione ha confermato integralmente tale condanna, ribadendo che il ritardo ingiustificato costituisce violazione dell’obbligo di esecuzione forzata dei provvedimenti giudiziari.

L’obbligo di esecuzione e il ruolo della forza pubblica

La Corte ha precisato che, nell’ambito dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio, l’ufficiale giudiziario può e deve richiedere l’assistenza della forza pubblica. Questa comprende non solo Polizia e Carabinieri, ma anche Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, agenti di custodia e Polizia municipale.

L’attività di welfare o di assistenza sociale, pur spettando all’amministrazione, non può interferire con l’esecuzione dei provvedimenti giudiziari: la forza pubblica è chiamata ad agire in modo doveroso, senza discrezionalità, per garantire l’effettività della giustizia.

Con questo passaggio la Cassazione chiarisce che la P.A. non può sospendere o differire l’esecuzione forzata invocando ragioni di ordine pubblico o considerazioni sociali. Solo eventi di forza maggiore, concreti e inevitabili, possono giustificare un rinvio temporaneo.

La Pubblica Amministrazione e i limiti di discrezionalità

La decisione della Suprema Corte richiama i principi dell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che garantisce il diritto a un processo equo e all’effettiva esecuzione delle sentenze.

Permettere alla Pubblica Amministrazione di ritardare arbitrariamente l’esecuzione di un provvedimento significherebbe ledere tale diritto, minando la certezza del diritto e la stessa autorità del potere giudiziario.

In questo quadro, il mancato rispetto dei provvedimenti giudiziari oltre un tempo ragionevole comporta responsabilità dello Stato, anche in assenza di dolo o colpa dei singoli funzionari. Le difficoltà operative, la scarsità di mezzi o le tensioni sociali non possono mai costituire una giustificazione valida.

Implicazioni e valore sistemico della decisione

L’ordinanza n. 24053/2025 non ha solo risolto un caso concreto, ma ha stabilito un precedente destinato a incidere profondamente sulla prassi amministrativa e giudiziaria.

Da un lato, rafforza il principio di effettività della giurisdizione, obbligando la P.A. a eseguire tempestivamente le decisioni dei giudici; dall’altro, ridefinisce i rapporti tra potere amministrativo e potere giudiziario, riaffermando che nessuna valutazione politica o sociale può prevalere sull’obbligo di esecuzione dei provvedimenti giudiziari.

Si tratta di un messaggio chiaro: la funzione giurisdizionale non può essere subordinata a scelte amministrative. L’esecuzione forzata, anche quando riguarda casi complessi come gli sgomberi immobiliari, è una componente essenziale della certezza del diritto.


Conclusioni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 24053/2025, ha riaffermato un principio fondamentale: la Pubblica Amministrazione non può sottrarsi all’obbligo di eseguire i provvedimenti giudiziari, salvo casi di forza maggiore.

La decisione segna un passo importante verso un sistema più efficiente e rispettoso dell’autorità giudiziaria, garantendo ai cittadini il pieno esercizio dei loro diritti.

Il rispetto delle decisioni dei giudici non è solo un adempimento formale: è la condizione essenziale perché lo Stato di diritto rimanga effettivo e credibile.

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